“L’Associazione amici dell’arte si è assicurata un artista di grido, il pittore romano Giustino De Santis, che fino al 16 gennaio espone l’ultima produzione in Vitalità del modulare.
Le composizioni talora imponenti – in gran parte china o tecnica mista su carta ma anche acrilico su tela – ci introducono in un diverso ordine naturale, cosmico e visivo. Sono o miniaturizzazione di oggetti del creato o ingrandimento dell’infinitamente piccolo biologico o molecolare, sempre comunque nell’accezione ripetuta, cioè modulare.
Nella prima sala, dedicata a Franco Fervari, spiccano composizioni dal formato relativamente piccolo che De Santis ha realizzato con tocchi a china spesso colorata congegnando simboli ed emblemi di straordinaria forza espressiva. Nel salone grande De Santis ha invece esposto pezzi singoli ma anche impegnativi trittici dalla denominazione singolare ma pertinente: Germinale, serie cromatiche Grande Mono, Moltitudine, Nascenza, Polluzione, Dialogo fra colori…
De Santis orgogliosamente non ha mai aderito a nessun movimento, nelle sue opere ci sono perfezionismo ed entusiasmo dell’autodidatta ma anche la complessità tematica e concettuale del grande artista, del demiurgo.
Impossibile azzardare apparentamenti o supporre filiazioni intellettuali per De Santis, anche apprezzato poeta, quindi abituato a cercare, a sperimentare. L’Optical art viene sorpassata, tutto viene riportato sul piano evitando infingimenti o trucchi visivi perché a De Santis interessano sostanza e ricchezza di idee.
All’apparenza c’entrano anche l’arte nucleare o forse di più la ‘Minimal Art’ che toglieva e fortificava, De Santis invece aggiunge elementi semplici, perentori, spesso concentrici che irrobustiscono le opere sfruttando la circolarità del cerchio.
Certe forme organiche e ameboidi sono concatenate nel rigore astratto soprattutto del cerchio quasi a ribadire o perorare la validità di un ordine gerarchico e morale.
E proprio questa conchiusa configurazione, nel suo didattico ma potente geometrismo, potrebbe essere o metafora o anelito ad una società – speriamo – sempre più perfetta.
Le sue opere denotano la presenza – non eccessiva ma di certo esuberante – di forme decorative legate all’artigianato, di stilemi della memoria barocca, di icone della Pop Art.
Vitalità del modulare : mostra assolutamente da vedere perché De Santis è un creativo originale e a Piacenza capita di rado di vedere un artista di tale levatura. Implicitamente anche lui contribuisce a rilanciare gli Amici dell’arte, negli ultimi mesi più che mai al centro di un’attesa rinascita culturale”. |