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IL GIARDINO ESTETICO DEL PITTORE-FILOSOFO di Duccio TROMBADORIi - Pag. 1 2 3 4 5
The esthetical garden of the painter-philosopher
Siamo né più né meno di fronte alla ambizione recondita di questo autore che tende ad associare espressivamente la musica, la pittura e la poesia come fonti della conoscenza e della verità. Questo atto di fede estetica nell'arte come "totalità e verità" si misura nell'opera di Giustino De Santis una volta percepita l'intenzione profonda dell'autore, tutto proteso ad identificare l'arte con la radice primaria della vita.
Non a caso egli ha sentito formalmente e realizzato poesie "piramidali", per dare al verso una forma corrispettiva in grado di potenziarne la suggestione evocativa: "…così/ la foschia del luogo/ dove risiedeva la parola / era solo un effetto della lontananza/ della superficialità/ con cui in modo distratto/ lo consideravo….".
Il verso come suono, come segno, come parola. Al tempo stesso l'immagine come sintesi di musica, forma e idea. Ecco in breve la traccia di un ambizioso programma poetico che Giustino De Santis persegue con coerenza certosina quando punta a raffigurare quelli che chiama "gli universali delle cose". Nasce da questa esigenza il metodo della "ripetizione seriale" o della alfabetizzazione ideogrammatica impaginata sulla tela per determinare quella "visione modulare" che segna il punto di arrivo della sua esperienza estetica.
Pittore - filosofo per eccellenza, nel commentare il senso delle sue "immagini fissate" Giustino De Santis ha tra l'altro osservato: "… ogni cosa che 'si mostra' è un'evidenza ed ogni cosa da questa generata è un tratto dell'evidenza stessa. Ogni cosa manifestata dall'evidenza è una creazione ed ogni creazione è un atto artistico. Ogni proposizione segnica, plastica o pittorica è una realtà, così come ogni variante incidentale di tali proposizioni è sviluppo reale ed oggettivo di questa realtà".
Rendere visibile un percorso di pensiero, sintetizzare visivamente il mistero della percezione conoscitiva: ecco l'impresa che caratterizza la sistematica e coinvolgente opera figurativa di Giustino De Santis, artista intenzionato a trasmettere il potere della esperienza estetica per giungere finalmente -ha scritto- alla "demolizione dell'aura di ermetismo che ha sempre accompagnato l'arte astratta". E se uno stile può dirsi compiuto quando comunica la piena corrispondenza di mano e mente, progetto ed esecuzione, con le immagini "modulari" così finemente e pazientemente elaborate Giustino De Santis ha centrato in pieno il suo bersaglio.
  We are neither more nor less than in front of the secret ambition of the artist, who inclines to link together music, painting and poetry as springs of knowledge and truth. You can perceive his esthetic act of faith in art as "wholeness and truth" once you become aware of the deep purpose of the artist, who aims at identifying art with the primary root of life.
It's not by chance, if De Santis formally felt and wrote "pyramidal" poems, to give the line a corresponding shape that could enhance its evocative power. "…the mist of the place/ where the word dwelt, was only due to the aloof and hollow way by which I looked at it…"
The line as sound, sign, word. And likewise, the image is a synthesis of music, form and idea. To make it short, that's the ambitious poetic plan Giustino de Santis is following with consistency and endurance, when he aims at representing what he calls the "universals of things". From such a need it arises the method of "serial repetition" or of alphabetical ideograms the artist sets on the canvas to produce that "modular vision" which is the final goal of his artistic experience.
A painter-philosopher first of all, speaking about the meaning of his own "fixed images," Giustino de Santis among other things said: "…everything which is revealed by evidence, is a creation and every creation is an artistic act. Every signic, plastic or pictorial proposition is a reality, just as every incidental variant of such a proposition is a real and objective development of reality."
To make visible a course of thought, to visually synthesize the mystery of knowing perception: that's the venture which characterizes De Santis' figurative work: the artist aims at conveying the power of aesthetic experience in order "to demolish the aura of hermetism that has always surrounded abstract art."
If we can say that a style is realized when it communicates the full coincidence of hand and mind, plan and realization, then Giustino de Santis hits perfectly his mark by his "modular" images, so finely worked out.
     
 
 

DIALOGHI

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